Irritable

Irritabilità.

E’ questa la pozza che sento sempre di più allargarsi dentro di me. Irritabilità perenne, irritabilità nera, irritabilità sporca e appiccicosa. Come la macchia del petrolio. Non che io sia così stupida da paragonare una catastrofe naturale al mio stato d’animo, ma l’idea è proprio quella della macchia del petrolio che si fa strada lungo l’azzurro cristallino del mare pulito..

Mi irrita tutto.. quello che mi dicono, quello che fanno. e chi? tutti.

Mi irrita chi ti suona senza preavviso, chi ti consiglia senza che tu glielo chieda e chi si comporta da superiore. Lo so che viviamo per essere criticati e consigliati, è vero, non solo, ma anche, e soprattutto.. Lo so che determinate cose si scrivono, dicono e fanno per questo, ma basta! chi vi ha chiesto qualcosa?  sono un po’ stanca è vero e questo esaspera le mie sensazioni e le mie reazioni a riguardo..

Ma forse ho solo paura.. ho paura di tutto quetso, dei cambiamenti, del crescere, del finire catapultata in una nuova dimensione, dove non ci trovi tutte quelle persone che speravi di trovarci, dove scopri che ti mancano persone e situazioni che magari prima ti esasperavano. E uso tanto il verbo esasperare perchè è il verbo giusto.. e voglio farlo. ecco.

Mi mancano le persone e al tempo stesso non mi mancano le persone. Sono tornata ad essere complicata.. però è così.

Mi sento come una ragazza persa nel bosco, che gira la testa prima a destra e poi a sinistra e poi è spaventata, corre, è senza fiato, urla.

Urla.. e cosa urla?

“Dove siete, Kitsunè?

quando è il momento in cui mi venite in mio aiuto?”

 

“Il paradosso del nostro tempo nella storia..

.. è che abbiamo edifici sempre più alti, ma moralità più basse, autostrade sempre più larghe, ma orizzonti più ristretti. Spendiamo di più, ma abbiamo meno, comperiamo di più, ma godiamo meno. Abbiamo case più grandi e famiglie più piccole, più comodità, ma meno tempo.

Abbiamo più istruzione, ma meno buon senso, più conoscenza, ma meno giudizio, più esperti, e ancor più problemi, più medicine, ma meno benessere.

Beviamo troppo, fumiamo troppo, spendiamo senza ritegno, ridiamo troppo poco, guidiamo troppo veloci, ci arrabbiamo troppo, facciamo le ore piccole, ci alziamo stanchi, vediamo troppa TV, e preghiamo di rado.

Abbiamo moltiplicato le nostre proprietà, ma ridotto i nostri valori. Parliamo troppo, amiamo troppo poco e odiamo troppo spesso. Abbiamo imparato come guadagnarci da vivere, ma non come vivere. Abbiamo aggiunto anni alla vita, ma non vita agli anni. Siamo andati e tornati dalla Luna, ma non riusciamo ad attraversare la strada per incontrare un nuovo vicino di casa.

Abbiamo conquistato lo spazio esterno, ma non lo spazio interno.

Abbiamo creato cose più grandi, ma non migliori. Abbiamo pulitol’aria, ma inquinato l’anima.  Abbiamo dominato l’atomo, ma non i pregiudizi.

Scriviamo di più, ma impariamo meno. Pianifichiamo di più, ma realizziamo meno. Abbiamo imparato a sbrigarci, ma non ad aspettare. Costruiamo computers più grandi per contenere più informazioni, per produrre più copie che mai, ma comunichiamo sempre meno.

Questi sono i tempi del fast food e della digestione lenta, grandi uomini e piccoli caratteri, ricchi profitti e povere relazioni.

Questi sono i tempi di due redditi e più divorzi, case più belle ma famiglie distrutte. Questi sono i tempi dei viaggi veloci, dei pannolini usa egetta, della moralità a perdere, delle relazioni di una notte, dei corpi sovrappeso e delle pillole che possono farti fare di tutto, dal rallegrarti al calmarti, all’ucciderti.

E’ un tempo in cui ci sono tante cose in vetrina e niente in magazzino. Un tempo in cui la tecnologia può farti arrivare questa lettera, e in cui puoi scegliere di condividere queste considerazioni con altri, o di cancellarle.

Ricordati di spendere del tempo con i tuoi cari ora, perchè non saranno con te per sempre. Ricordati di dire una parola gentile a qualcunoche ti guarda dal basso in soggezione, perchè quella piccola persona presto cresceràe lascerà il tuo fianco.

Ricordati di dare un caloroso abbraccio alla persona che ti sta a fianco, perchè è l’unico tesoro che puoi dare con il cuoree non costa nulla. Ricordati di dire “vi amo” ai tuoi cari, ma soprattutto pensalo.

Un bacio e un abbraccio possono curare ferite che vengono dal profondo dell’anima.

Ricordati di tenerle le mani e godi di questi momenti, perchè un giorno quella persona non sarà più lì.

Dedica tempo all’amore, dedica tempo alla conversazione, e dedica tempo per condividere i pensieri preziosi della tua mente.

E RICORDA SEMPRE: la vita non si misura da quanti respiri facciamo, ma dai momenti che ci tolgono il respiro.”

– George Carlin, Il paradosso del nostro tempo


un giorno vorrei saper scrivere come lui.. vorrei saper scrivere una cosa del genere.. tante cose del genere..

Basta che funzioni

“La mia storia è: basta che funzioni. Insomma basta non far del male a nessuno. Basta rubacchiare un tantino di gioia in questo uomo mangia uomo crudele inutile e buio caos.

Perché volete ascoltare la mia storia? Ci siamo già incontrati? Ci siamo simpatici? Sentite, ve lo dico subito, ok? Non sono un tipo simpatico, la simpatia non è mai stata una priorità per me e, per essere chiari, questo non è un film da “Oh quanto mi sento bene!”. Se siete di quegli idioti che devono sentirsi bene, beh fatevi fare un massaggio ai piedi. Ma qual è il significato di tutto? Niente. Zero. Nulla. Tutto finisce in niente. Anche se non mancano gli idioti farfuglianti. Non parlo di me, io la visione ce l’ho. Sto parlando di voi, dei vostri amici, dei vostri colleghi, dei vostri giornali, della tv. Tutti molto felici di fare chiacchiere, completamente disinformati. Morale, scienza, religione, politica, sport, amore, i vostri investimenti, i vostri figli, la salute… Cazzo! Se devo mangiare nove porzioni di frutta e verdura al giorno per vivere non voglio vivere. Io detesto la frutta e la verdura… E i vostri omega tre e il tapis rulant e l’elettrocardiogramma e la mammografia e la risonanza pelvica o, mio Dio, la la la colonscopia… E con tutto ciò e arriva sempre il giorno in cui vi ficcano in una scatola e avanti con un’altra generazione di idioti, i quali vi diranno tutto sulla vita e decideranno per voi quello che è appropriato. Mio padre si è suicidato perché i giornali del mattino lo deprimevano. E lo potete biasimare? Con l’orrore, la corruzione e l’ignoranza e la povertà e i genocidi e l’aids e il riscaldamento globale e il terrorismo e quegli idioti dei valori della famiglia e quei maniaci delle armi. L’orrore dice Kurtz alla fine di “Cuore di tenebra”. L’orrore… e beato lui non distribuivano il Times nella giungla. Eh, sennò l’avrebbe visto l’orrore. Ma che si può fare? Leggetevi qualche massacro nel Darfur o di uno scuolabus fatto esplodere. E attaccate, oh mio Dio, l’orrore. E poi girate pagina e finite le vostre uova di gallina ruspanti. Perché tanto che si può fare. Si è si è sopraffatti. Anch’io ho tentato di suicidarmi. Ovviamente, non ha funzionato. Ma perché mai volete sentire queste cose, visto che avete già i vostri di problemi? Sono sicuro che siete ossessionati da un gran numero di tristi speranze e sogni. Alle vostre prevedibilmente insoddisfacenti vite amorose. Dai vostri falliti affari. Ah, se solo avessi comprato quelle azioni! se solo, se solo avessi comprato quella casa anni fa! se solo ci avessi provato con quella donna! se questo, se quello… Sapete una cosa? Risparmiatevi o vostri avrei potuto avrei voluto. Come mia madre diceva sempre “se mia nonna avesse avuto le ruote sarebbe una carrozza”. Mia madre le ruote non le aveva, aveva le vene varicose. Eppure… la signora ha partorito una mente brillante. Mi hanno preso in considerazione per il nobel per la fisica. Non l’ho ottenuto, però si sa è tutta politica come ogni altra finta onorificenza. Detto tra noi? Non crediate che io sia amareggiato per qualche batosta personale. Per gli standard di un’insensata e barbarica civiltà sono stato piuttosto fortunato. Ho sposato una bella donna che era ricca di famiglia. Per anni abbiamo vissuto a Bigmen Place. Insegnavo alla Columbia. Teoria dell’estremo.”

Monologo iniziale di “Basta che funzioni”, Woody Allen

 

lui si che le aveva capite. le aveva capite tutte.

guardatelo, non ne vale la pena, di più! SPLENDIDO!

anoo あのう

Da due giorni sui libri di giapponese, sto riscoprendo la passione per lo studio, ma si dai, quella che mi avevano fatto passare con gli ultimi 3 anni di liceo, si proprio quella lì.

Sono felice, ora, ho fatto un sacco di cose in casa e le ho fatte perchè volevo, senza che la mamma mi chiedesse di farlo, e ora andrò a lavare i piatti di nuovo, perchè come dicevo alla klaretta, e lei diceva a me, è rilassante e non mi dispiace.

Sono felice, dopo un po’ di dedizione il giapponese è meno oscuro e la lezione di esercitazione di domani meno spaventosa.

Sono felice, la mia Hyp mi ha fatto un regalino di Halloween (eh si fra streghette e divinità ci si fanno i regali anche ad Halloween) molto bello, che mi ha quasi commosso [forse mi ha commosso sul serio] e che conto di usare molto.. e che mi invoglierà a battere al computer tutto quello che non ho avuto modo/voglia/tempo di riscrivere al computer fino ad adesso..

E’ strano quindi si.. o meglio.. anoo watashi wa ureshii desu [あのうわたしわうれしいです]-[io sono felice] scritto come si legge..anche in giappo. e l’anoo sapete per che cos’è? per l’esitazione..

anoo = well (used to show hesitation)

l’esitazione da gioia.. perchè vorrei sfatare a me stessa quel mito per cui scrivo bene solo se scrivo cose tristi [anche se in fondo è un po’ vero]

perchè insomma me lo ha detto anche la druida del capodanno celtico sabato, che quel quaderno dei pensieri positivi era fatto apposta per quelli come me..

soo desu ka (leggesi soodeska) [そうですか]  = I see./Is that so?

haì! [はい ] soo desu! [そうです]

ora devo [solo] dedicarmi al tedesco..

oh via, non sarà poi tanto male..

ho quasi vinto il giapponese 🙂