Ho guardato

Ho guardato quella pagina bianca, e ho pianto.

Ho guardato quei vecchi pozzetti virtuali, e ho pianto.

Ho guardato al passato, e ho pianto.

Ho guardato al futuro, e ho pianto.

E poi ho guardato al presente, e ho sorriso.

In fondo, la mia storia è questa. Al momento ho altro per la testa, ma non mi sono dimenticata di te, non mi sono dimenticata di nessuno di voi. Non potrei vivere senza qualcuno di voi. Anche se c’è altro, non vuol dire che non mi ricordo. Non ho solo la testa.

Ma a forza di piangere.. un poco si svuoterà. E lascerà spazio a quei momenti tanto letterari da togliere il fiato. Me lo sento.

Keep on dreaming. Keep on bring these small pieces of water.

http://desmond.imageshack.us/Himg855/scaled.php?server=855&filename=fixthemoon.jpg&res=medium

Doctor Who – Confidential

Tick tock goes the clock
And what now shall we play?
Tick tock goes the clock
Now summer’s gone away?

Tick tock goes the clock
And what then shall we see?
Tick tock until the day
That thou shalt marry me

Tick tock goes the clock
And all the years they fly
Tick tock and all too soon
You and I must die

Tick tock goes the clock
We laughed at fate and mourned her
Tick tock goes the clock
Even for the Doctor

Tick tock goes the clock
He cradled her and he rocked her
Tick tock goes the clock
Even for the Doctor…

Tick tock goes the clock.
’till River kills the doctor…

 

 

Basta solo guardarsi intorno

Mentre ero seduta sul water mi è venuto un flash per cui ho fatto ‘oh cazzo il the!’ non ho pagato il the! E’è stata una bella serata, anche se faccio un sacco di pipì, grazie al the al gelsomino.

Insomma, basta guardarsi intorno, per capire che le persone importanti, alla fine, sono il regalo più grande che la vita potesse farti. E non è una frase fatta. O tanto per dire.

E’ la verità, trita e ritrita magari. Ma è la verità..

 

insomma è grazie a questa gente che ho imparato che breve e conciso non è così tanto male.

Tchuss!

Non è come sembra

Il mio pensiero è sempre rivolto a te, solo che l’alcool, la gente, il casino.. hai ragione sono tutte scuse. Forse è paura, anche se suona male pure quella, così sono ancora qui seduta alla mia scrivania che scrivo, in preda.. o preda e basta, dei sensi di colpa.

Che non mi andrebbe proprio di scrivere solo per sensi di colpa, è che parlarne accresce la nostalgia, e anche i sogni la accrescono, i miei sogni che come mi disse la psicologa sono letteratura.

Poi diciamo che mamma che rompe non aiuta la cosa. E’ tutto qui nella mia testa solo che è davvero tanto e preme contro il cranio ma è confuso e non ha forma, o ne ha troppa non si capisce.

Vorrei davvero tanto ricominciare a fare come un tempo ma lo stream funziona e svuota quel cassetto che non si chiude più, lo svuota piano piano.. forse necessito di una beta per i miei pensieri inchiostrati. E non posso certo contare sulle mie personalità per questo. Dovrei crearmene una beta, sarebbe figo. Ora mi metto, giuro, e leggo di più, non solo fan fic.

Però la scelta è giusta, credo, dico quella di cambiare, anche se mi mancherà il DallaChiesa e anche la Marghe e se cazzo ci ho speso tante energie.. però è così inquietante e rasserenante al tempo stesso che fa quasi paura. O forse fa solo paura l’inglese e tutto quello che mi hanno detto a riguardo. O forse dovrei solo smetterla di preoccuparmi e lasciare che sia.

Come piaceva tanto a papà, anche se alla fine era incazzato, giustamente, e viveva come me il conflitto interiore tra questa sua regola di vita e quello che la cazzo di vita gli aveva fatto. Gli ha fatto.

Sono quasi sicura di aver pianto più di una volta perchè ‘mi manca papà’.. ‘il mio papà’ per essere precisi. Non ho mai avuto così tanto la lacrima facile. Però mi sento di averlo fatto perchè mi andava. Senza curarmi di nulla. E di nessuno. Solo perchè, in fondo, ne avevo bisogno.

Ne ho bisogno.

Ma poi.. passerà mai, questo bisogno di gridare al cielo il mio pianto di rabbia? No.

Irritable

Irritabilità.

E’ questa la pozza che sento sempre di più allargarsi dentro di me. Irritabilità perenne, irritabilità nera, irritabilità sporca e appiccicosa. Come la macchia del petrolio. Non che io sia così stupida da paragonare una catastrofe naturale al mio stato d’animo, ma l’idea è proprio quella della macchia del petrolio che si fa strada lungo l’azzurro cristallino del mare pulito..

Mi irrita tutto.. quello che mi dicono, quello che fanno. e chi? tutti.

Mi irrita chi ti suona senza preavviso, chi ti consiglia senza che tu glielo chieda e chi si comporta da superiore. Lo so che viviamo per essere criticati e consigliati, è vero, non solo, ma anche, e soprattutto.. Lo so che determinate cose si scrivono, dicono e fanno per questo, ma basta! chi vi ha chiesto qualcosa?  sono un po’ stanca è vero e questo esaspera le mie sensazioni e le mie reazioni a riguardo..

Ma forse ho solo paura.. ho paura di tutto quetso, dei cambiamenti, del crescere, del finire catapultata in una nuova dimensione, dove non ci trovi tutte quelle persone che speravi di trovarci, dove scopri che ti mancano persone e situazioni che magari prima ti esasperavano. E uso tanto il verbo esasperare perchè è il verbo giusto.. e voglio farlo. ecco.

Mi mancano le persone e al tempo stesso non mi mancano le persone. Sono tornata ad essere complicata.. però è così.

Mi sento come una ragazza persa nel bosco, che gira la testa prima a destra e poi a sinistra e poi è spaventata, corre, è senza fiato, urla.

Urla.. e cosa urla?

“Dove siete, Kitsunè?

quando è il momento in cui mi venite in mio aiuto?”

 

“Il paradosso del nostro tempo nella storia..

.. è che abbiamo edifici sempre più alti, ma moralità più basse, autostrade sempre più larghe, ma orizzonti più ristretti. Spendiamo di più, ma abbiamo meno, comperiamo di più, ma godiamo meno. Abbiamo case più grandi e famiglie più piccole, più comodità, ma meno tempo.

Abbiamo più istruzione, ma meno buon senso, più conoscenza, ma meno giudizio, più esperti, e ancor più problemi, più medicine, ma meno benessere.

Beviamo troppo, fumiamo troppo, spendiamo senza ritegno, ridiamo troppo poco, guidiamo troppo veloci, ci arrabbiamo troppo, facciamo le ore piccole, ci alziamo stanchi, vediamo troppa TV, e preghiamo di rado.

Abbiamo moltiplicato le nostre proprietà, ma ridotto i nostri valori. Parliamo troppo, amiamo troppo poco e odiamo troppo spesso. Abbiamo imparato come guadagnarci da vivere, ma non come vivere. Abbiamo aggiunto anni alla vita, ma non vita agli anni. Siamo andati e tornati dalla Luna, ma non riusciamo ad attraversare la strada per incontrare un nuovo vicino di casa.

Abbiamo conquistato lo spazio esterno, ma non lo spazio interno.

Abbiamo creato cose più grandi, ma non migliori. Abbiamo pulitol’aria, ma inquinato l’anima.  Abbiamo dominato l’atomo, ma non i pregiudizi.

Scriviamo di più, ma impariamo meno. Pianifichiamo di più, ma realizziamo meno. Abbiamo imparato a sbrigarci, ma non ad aspettare. Costruiamo computers più grandi per contenere più informazioni, per produrre più copie che mai, ma comunichiamo sempre meno.

Questi sono i tempi del fast food e della digestione lenta, grandi uomini e piccoli caratteri, ricchi profitti e povere relazioni.

Questi sono i tempi di due redditi e più divorzi, case più belle ma famiglie distrutte. Questi sono i tempi dei viaggi veloci, dei pannolini usa egetta, della moralità a perdere, delle relazioni di una notte, dei corpi sovrappeso e delle pillole che possono farti fare di tutto, dal rallegrarti al calmarti, all’ucciderti.

E’ un tempo in cui ci sono tante cose in vetrina e niente in magazzino. Un tempo in cui la tecnologia può farti arrivare questa lettera, e in cui puoi scegliere di condividere queste considerazioni con altri, o di cancellarle.

Ricordati di spendere del tempo con i tuoi cari ora, perchè non saranno con te per sempre. Ricordati di dire una parola gentile a qualcunoche ti guarda dal basso in soggezione, perchè quella piccola persona presto cresceràe lascerà il tuo fianco.

Ricordati di dare un caloroso abbraccio alla persona che ti sta a fianco, perchè è l’unico tesoro che puoi dare con il cuoree non costa nulla. Ricordati di dire “vi amo” ai tuoi cari, ma soprattutto pensalo.

Un bacio e un abbraccio possono curare ferite che vengono dal profondo dell’anima.

Ricordati di tenerle le mani e godi di questi momenti, perchè un giorno quella persona non sarà più lì.

Dedica tempo all’amore, dedica tempo alla conversazione, e dedica tempo per condividere i pensieri preziosi della tua mente.

E RICORDA SEMPRE: la vita non si misura da quanti respiri facciamo, ma dai momenti che ci tolgono il respiro.”

– George Carlin, Il paradosso del nostro tempo


un giorno vorrei saper scrivere come lui.. vorrei saper scrivere una cosa del genere.. tante cose del genere..

Basta che funzioni

“La mia storia è: basta che funzioni. Insomma basta non far del male a nessuno. Basta rubacchiare un tantino di gioia in questo uomo mangia uomo crudele inutile e buio caos.

Perché volete ascoltare la mia storia? Ci siamo già incontrati? Ci siamo simpatici? Sentite, ve lo dico subito, ok? Non sono un tipo simpatico, la simpatia non è mai stata una priorità per me e, per essere chiari, questo non è un film da “Oh quanto mi sento bene!”. Se siete di quegli idioti che devono sentirsi bene, beh fatevi fare un massaggio ai piedi. Ma qual è il significato di tutto? Niente. Zero. Nulla. Tutto finisce in niente. Anche se non mancano gli idioti farfuglianti. Non parlo di me, io la visione ce l’ho. Sto parlando di voi, dei vostri amici, dei vostri colleghi, dei vostri giornali, della tv. Tutti molto felici di fare chiacchiere, completamente disinformati. Morale, scienza, religione, politica, sport, amore, i vostri investimenti, i vostri figli, la salute… Cazzo! Se devo mangiare nove porzioni di frutta e verdura al giorno per vivere non voglio vivere. Io detesto la frutta e la verdura… E i vostri omega tre e il tapis rulant e l’elettrocardiogramma e la mammografia e la risonanza pelvica o, mio Dio, la la la colonscopia… E con tutto ciò e arriva sempre il giorno in cui vi ficcano in una scatola e avanti con un’altra generazione di idioti, i quali vi diranno tutto sulla vita e decideranno per voi quello che è appropriato. Mio padre si è suicidato perché i giornali del mattino lo deprimevano. E lo potete biasimare? Con l’orrore, la corruzione e l’ignoranza e la povertà e i genocidi e l’aids e il riscaldamento globale e il terrorismo e quegli idioti dei valori della famiglia e quei maniaci delle armi. L’orrore dice Kurtz alla fine di “Cuore di tenebra”. L’orrore… e beato lui non distribuivano il Times nella giungla. Eh, sennò l’avrebbe visto l’orrore. Ma che si può fare? Leggetevi qualche massacro nel Darfur o di uno scuolabus fatto esplodere. E attaccate, oh mio Dio, l’orrore. E poi girate pagina e finite le vostre uova di gallina ruspanti. Perché tanto che si può fare. Si è si è sopraffatti. Anch’io ho tentato di suicidarmi. Ovviamente, non ha funzionato. Ma perché mai volete sentire queste cose, visto che avete già i vostri di problemi? Sono sicuro che siete ossessionati da un gran numero di tristi speranze e sogni. Alle vostre prevedibilmente insoddisfacenti vite amorose. Dai vostri falliti affari. Ah, se solo avessi comprato quelle azioni! se solo, se solo avessi comprato quella casa anni fa! se solo ci avessi provato con quella donna! se questo, se quello… Sapete una cosa? Risparmiatevi o vostri avrei potuto avrei voluto. Come mia madre diceva sempre “se mia nonna avesse avuto le ruote sarebbe una carrozza”. Mia madre le ruote non le aveva, aveva le vene varicose. Eppure… la signora ha partorito una mente brillante. Mi hanno preso in considerazione per il nobel per la fisica. Non l’ho ottenuto, però si sa è tutta politica come ogni altra finta onorificenza. Detto tra noi? Non crediate che io sia amareggiato per qualche batosta personale. Per gli standard di un’insensata e barbarica civiltà sono stato piuttosto fortunato. Ho sposato una bella donna che era ricca di famiglia. Per anni abbiamo vissuto a Bigmen Place. Insegnavo alla Columbia. Teoria dell’estremo.”

Monologo iniziale di “Basta che funzioni”, Woody Allen

 

lui si che le aveva capite. le aveva capite tutte.

guardatelo, non ne vale la pena, di più! SPLENDIDO!

anoo あのう

Da due giorni sui libri di giapponese, sto riscoprendo la passione per lo studio, ma si dai, quella che mi avevano fatto passare con gli ultimi 3 anni di liceo, si proprio quella lì.

Sono felice, ora, ho fatto un sacco di cose in casa e le ho fatte perchè volevo, senza che la mamma mi chiedesse di farlo, e ora andrò a lavare i piatti di nuovo, perchè come dicevo alla klaretta, e lei diceva a me, è rilassante e non mi dispiace.

Sono felice, dopo un po’ di dedizione il giapponese è meno oscuro e la lezione di esercitazione di domani meno spaventosa.

Sono felice, la mia Hyp mi ha fatto un regalino di Halloween (eh si fra streghette e divinità ci si fanno i regali anche ad Halloween) molto bello, che mi ha quasi commosso [forse mi ha commosso sul serio] e che conto di usare molto.. e che mi invoglierà a battere al computer tutto quello che non ho avuto modo/voglia/tempo di riscrivere al computer fino ad adesso..

E’ strano quindi si.. o meglio.. anoo watashi wa ureshii desu [あのうわたしわうれしいです]-[io sono felice] scritto come si legge..anche in giappo. e l’anoo sapete per che cos’è? per l’esitazione..

anoo = well (used to show hesitation)

l’esitazione da gioia.. perchè vorrei sfatare a me stessa quel mito per cui scrivo bene solo se scrivo cose tristi [anche se in fondo è un po’ vero]

perchè insomma me lo ha detto anche la druida del capodanno celtico sabato, che quel quaderno dei pensieri positivi era fatto apposta per quelli come me..

soo desu ka (leggesi soodeska) [そうですか]  = I see./Is that so?

haì! [はい ] soo desu! [そうです]

ora devo [solo] dedicarmi al tedesco..

oh via, non sarà poi tanto male..

ho quasi vinto il giapponese 🙂

Insomnia

Davanti a me la foschia chiara dell’autunno piovoso offusca un cammino ripido e insicuro, viaggio trasformato in gita di passione mentre la mia testa si apre come una scatola magica e comincia a capire come vanno le cose, come va il giapponese.

Dentro quella scatola magica [che è la mia testa] stanno tutte quelle cose [strane] che dico, faccio, vivo come una pazza suicida..  le mie scelte sicure [per passione] quanto insicure [di futuro]. Ce la farò?

la sola domanda che mi balza alla mente è questa, forse sto cominciando a perdere colpi, e scrivo frasi sconnesse e senza senso quando mi ero ripromessa di riprenderti in modo serio.

[scusami amico. è che ero poco seria l’altra sera, quando parlavo su di te di quel che ora più non è]

Non mi va di dormire, e non mi va/o forse/non posso fare altro e quindi scrivo..i tasti fanno rumore e le dita vanno veloci forse un po’ per conto loro.

Stasera la Giulia mi ha fatto notare che io mi ricordo i dettagli.

E’ una cosa a cui forse non ho mai veramente fatto caso, cioè, mi piace quando se li ricordano gli altri ma di esserci così collegata non ci avevo davvero mai fatto caso. Sono forse anche quelli parte della mia ancora di salvezza..e della mia saggezza [tu ragazza coi capelli corti di poca  scarsa affidabilità, hai saggezza? questa è nuova..][grazie Yuriy, sempre una parolina dolce per tutti, eh?]

Pensavo alla mia capacità di lasciare. lascio sempre andare tutti..nonostante forse io non lo voglia fare. sono forse troppo legata a me stessa. sono forse troppo egoista.

è più facile ammetterlo qui, così, ora.. e acquisto sempre di più lo stile stream of consciones(che non si scrive così però)

Sarah?

mh?

mi passi il bicchiere..?

si certo

in testa, per favore..

e prendi bene la mira.

forse chiudersi in se stessi viene meglio che fare altro, in fondo non sono mai stata tra i più secchioni del giro, anzi.. da questo giro sono sempre fuori, anche se non so bene come.

[sono fuori, sono sono fuori, come gli agricoltori quando raccolgono i pomodori, sono fuori, sono sono fuori..

come un vaso di fiori, signori e signori. (JAx docet)]

Insomma l’altro giorno mi è capitata una cosa strana. Stavo in metrò, ed ero seduta, si avvicina un’aitante vecchietta e io le dico ‘vuole sedersi?’ dato che tutti i posti erano occupati..

lei mi sorride e mi dice dolcemente ‘no cara non preoccuparti, siete voi il futuro..’

col senno di poi forse mi ha preso in giro.

però è stato strano, quasi surreale, quasi ai livelli de ‘l’ultimo dominatore dell’aria’

tchuss

 

omnia mutantur, nihil interit

come non si spezza il mio bloggettino, che anzi migliora trasferendosi su una nuova pagina e tornando ad uno stile più blog, un po’ giappo..molto mio.
con l’ispirazione che cresce e vecchi ma neanche tanto personaggi che tornano nella mia vita e un pizzico di nostalgica dolcezza vi lascio.

sono molto affezionata al sottotitolo..

Voci precedenti più vecchie